Nei luoghi abbandonati il tempo sembra essersi fermato per sempre. Il piatto sul tavolo, la coperta sul materasso, tutto è immobile come in una sorta di crisalide. Questi luoghi hanno un loro fascino inspiegabile, il fascino del mistero.
Nel Veneto c’è una contrada abbandonata, immersa nel verde di un bosco. Qui tutto è stato lasciato come era dai suoi abitanti, che sembra quasi si siano volatilizzati in mezzo al nulla.
Benvenuti ai Fumegai, la contrada abbandonata due volte!
Come arrivare ai Fumegai
1) Rocca di Arsiè
Questo luogo abbandonato si trova nei pressi di Rocca di Arsiè (BL).
Ci sono due vie per raggiungere Rocca di Arsiè: da Arsiè, uscendo dalla galleria che sale verso la Valsugana (circa 30 km da Bassano del Grappa) oppure da Feltre.
Una volta raggiunta Rocca di Arsiè dovete posteggiare l’auto nel parcheggio gratuito che da sulla riva del Lago del Corlo. Una volta scesi dall’auto vedrete in lontananza il Ponte della Vittoria e un cartello con l’indicazione di alcuni sentieri. Tra di essi, viene segnalato il percorso da fare per raggiungere i Fumegai.

2) Il Ponte della Vittoria
Dal parcheggio dovete dirigervi verso il Ponte della Vittoria che viene anche chiamato Ponte delle Catene (in dialetto Pont de Le Caene) o Ponte delle Corde.
Davvero tanti nomi, che stanno a segnalare aspetti diversi di questo ponte.
Viene chiamato “della Vittoria” perché questa costruzione risale al 1928 in ricordo dei sanguinosi episodi bellici risalenti alla Prima Guerra Mondiale che si consumarono alle pendici del Monte Grappa.
La costruzione del 1928 andò a sostituire il precedente ponte “delle Catene” che era situato a livello più basso e univa le due sponde del lago mediante una passerella sospesa da catene.
L’attuale ponte “della Vittoria o delle Corde” è, invece, formato da due pile di sostegno in pietra e quattro funi portanti in acciaio.

Attraversarlo è davvero un’ esperienza forte per chi, come me, soffre un pochino di vertigini.
Infatti, dovrete percorrere una lunga passerella, costituita da assi di legno poste trasversalmente. Attraverso le fenditure delle assi vedrete il lago sottostante e se ciò non bastasse, sappiate che il ponte oscilla. Eh già… viene fatto oscillare dai movimenti delle persone che lo percorrono. Che dire… per chi soffre di vertigini, è un’esperienza un po’ provante.
3) Boldi
Dopo essere arrivati dall’altro lato del ponte, vi troverete di fronte ad un sentiero che dovrete percorrere. Dapprima il percorso si addentra in un boschetto e poi si inerpica su di un tornante, terminando infine su una strada asfaltata.
Proseguite sulla strada asfaltata che è leggermente in salita. Lungo il percorso, troverete i primi segnali che dimostrano come in passato questa zona fosse centro di una comunità.

Ad un certo punto, vi troverete di fronte un insieme di case: sarete arrivati alla contrada dei Boldi.
4) I due bivi
Superate i Boldi, proseguite sulla strada asfaltata. Poco dopo vi imbatterete in due case bianche site ai lati della strada, superatele.
Dopo circa 10 minuti di cammino arriverete al primo bivio. Da un lato la strada prosegue asfaltata inerpicandosi, da altro lato prosegue su di un sentiero che si addentra in un bosco.
Il bivio è segnalato da un cartello, con l’indicazione in giallo del sentiero nr.7 : questo è il percorso che dovete imboccare per arrivare ai Fumegai.

Dopo pochi minuti di cammino su un sentiero in terra battuta, la strada si divide nuovamente in un secondo bivio. Dovete imboccare il sentiero di sinistra che si inerpica leggermente su una stradina acciottolata.

Al termine di questa piccola salita, incominciano ad apparire come per magia le prime case: benvenuti ai Fumegai!
I Fumegai

Esplorare la contrada abbandonata
I Fumegai sono una contrada che sembra esser stata fagocitata lentamente dal bosco.
Qui tutto è stato lasciato esattamente come era. Gli oggetti ed i mobili sono ancora all’interno delle abitazioni e sembra quasi che i proprietari si siano solo momentaneamente assentati.

La sensazione che si prova, addentrandosi nelle case e nella vita di altri, è di abbandono e solitudine ma anche di rispetto verso un luogo che sembra essersi cristallizzatosi nel tempo. Probabilmente questa sensazione di rispetto è stata sentita anche dagli altri esploratori urbani perché questa contrada, a differenza di altri luoghi abbandonati, non è stata brutalmente vandalizzata.

Le case presentano tutte una struttura analoga.
Al piano inferiore troverete la cucina e la zona giorno. In alcune case ci sono anche dei piani seminterrati con delle cantine.
Ai piani superiori troverete le camere da letto. In alcune case, l’accesso al piano superiore avviene dall’esterno, su scalinate in di pietra, in altre dall’interno su scalinate di legno. Prestate molta attenzione nel salire e anche nell’addentrarvi nelle camere. Il pavimento è di legno e poco stabile e molto spesso questi locali sono dimora di pipistrelli.
La storia dei Fumegai
Questa contrada fu edificata attorno alla fine del 1800 e racconta una storia molto triste, di un borgo abbandonato due volte.
Il primo abbandono risale ai primi anni del 1900. I giovani che abitavano la contrada, iniziarono a lasciarla per cercare fortuna in altri luoghi, alcuni emigrarono nelle Americhe. Dovete pensare che all’epoca la vita era molto difficile: era fatta di povertà e di miseria. Ed era ancora più difficile tirare avanti in un luogo inaccessibile come questa contrada. Ai Fumegai rimasero solo le persone più anziane, sino a che non rimase più nessuno.
Questo luogo venne poi “riscoperto” negli anni ’60 da una comunità hippie che decise di stabilirsi qui.

I segni lasciati dalla comunità hippie si vedono in alcune case, che sono decorate con disegni particolari e surreali. In un’abitazione abbiamo anche trovato un dipinto di alcuni uccelli con sfondo azzurro e delle scritte in arabo.
Il dipinto che mi ha maggiormente colpito per la sua bellezza, è pero quello di una donna dai lunghi capelli ondulati. Lo troverete in una delle prime case, al pian terreno.

Questa comunità rimase qui per diversi anni, sino agli anni ’70 – ’80, quando il borgo venne abbandonato nuovamente.
Da allora è rimasto tutto come è stato lasciato e il luogo si è preservato nel corso degli anni, completamente immutato.

Esplorare questi luoghi, fa senz’altro riflettere. Sembra quasi di addentrarsi da intrusi nella vita e nella storia di altre persone.
In questo articolo abbiamo voluto raccontare la nostra esperienza di esplorazione di un luogo abbandonato e, se volete anche voi visitarlo, vi raccomandiamo di rispettarlo e di preservarlo immutato come si è mantenuto in tutti questi anni.
Se volete vedere più da vicino i dettagli della nostra esplorazione, eccovi i nostri due video che abbiamo realizzato: il primo in formato classico, mentre il secondo a 360 gradi, per un’esperienza davvero unica e coinvolgente.
Alla prossima,
Ambra e Surio
12 thoughts on “I FUMEGAI: esplorazione della contrada abbandonata”
salve, volevo puntualizzare che il ponte della vittoria sul lago del corlo, in sostituzione di altro ponte piu` vecchio, non univa le sponde del lago, bensi`le due estremita` della vallata, il lago e` artificiale, creato assieme alla centrale elettrica. la vallata e` stata innondata negli anni 50, molte persone hanno dovuto lasciare la casa rimasta sotto al lago, molti sono emigrati.
Grazie del tuo contributo. I dettagli aiutano a completare l’articolo 🙂
Salve, le foto dell’articolo sono recenti? Grazie mille..
Salve, le foto dell’articolo sono recenti? Grazie mille…??
Ciao Alice, le foto risalgono all´estate del 2016
Ciao Ambra, ad Arsiè e dintorni ci sono stato proprio ieri;ogni tanto ci ritorno perché alla fine degli anni 70 ci andavo in vacanza perché mia bisnonna essendo nativa di li avevamo parenti che ci ospitavano nella loro casa. Ricordo che nelle passeggiate di un bambino di 6 a quel tempo, avevo già occhi curiosi x la bellezza di quei posti. C era un borgo che era possibile raggiungere oltrepassando la diga, si chiamava proprio Corlo, al tempo era in borgo ancora abitato e ricordo di una piccola osteria dove mia mamma mi aveva preso un succo di frutta. Sono andato anche lì, a differenza di Fumegai, Corlo è raggiungibile x una stretta stradina anche in auto, l ho fatta a piedi peró, parcheggiando nel parcheggio antistante la diga. Il borgo in parte è disabitato, solo alcune poche case tornano ad essere abitate da famiglie che le hanno recuperate x venirci a fare le vacanze. Ho riconosciuto anche quello che un tempo era l osteria, non ne ero sicuro ma chi ora ci sta vicino me ne aveva dato conferma. Forse non te ne sarai accorta, ma se avrei fatto caso c è un altro ponte pedonale oltre a quello recente per il passaggio delle auto, è un ponte stretto che attraversa il lago nella sua parte più stretta; in quel punto è stata girata una scena di un dilm con Sandra Bullock. Di Fumegai, non conoscevo bene la storia, sapevo di case abbandonate da quelle parti, ma di quel borgo non ero a conoscenza. Grazie alle vostre informazioni alla prossima uscita cercheró di farci visita. Ciao e grazie
Ciao Massimo,
hai proprio ragione, la bellezza di questi luoghi è unica e per chi, come te, li ha potuti conoscere in gioventù, il fascino deve essere ancora maggiore 🙂
Buongiorno. Vorrei tanto visitarlo ma non posso camminare molto, volevo chiederti se la stradina che sale da Val Carazzagno è percorribile in auto (almeno fino ad un certo punto) o se è proprio brutta.
Dalle indicazioni della Valle fino a Fumegai a piedi quanto ci si impiega? Grazie per le info. Ciao
Ciao Sandra, la strada è percorribile su asfalto fino all’accesso al sentiero nr.7, dopo c’è un sentiero in mezzo al bosco. Dal sentiero in mezzo al bosco sino alle case Fumegai il tragitto non è lungo, circa 15 minuti. Se invece si intende percorrere tutta la strada a piedi, che è in salita, il percorso è di circa 1 ora.
grazie per le info questo week andremo a visitare questo paesino ,solo una cosa
sono consigliate le scarpe da montagna ?
Ciao Massimo, scusa la risposta tardiva ma non avevamo visto il commento. Si, direi proprio che non è un escursione da fare in scarpe da tennis, meglio delle calzature da trekking.
Salve. Volevo cogliere l’occasione per confermare di aver visitato a suo tempo il borgo di Fumegai, per due volte, e di aver pure realizzato un romanzo ispirato proprio alle abitazioni lì rimaste e alla storia del borgo. Non potevo non tradurre in parole quello che ho visto e sentito. Si tratta della prima pubblicazione dedicata a Fumegai: I SILENZI DI FUMEGAI. Ringrazio dell’attenzione.